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Maggiora terra dei Biandrate

In periodo medioevale il territorio di Maggiora era unito a quello di Boca, col cui nome figurava tra le curtis che il 19 Febbraio 840 il vescovo Adalgiso, al tempo dei vescovi-conti, aveva ottenuto dall'imperatore Lotario.

Successivamente il potere dell'autorità temporale e spirituale di Novara dovette fare i conti e cedere terre e privilegi al potere laico dei Biandrate. I Biandrate erano feudatari originari di una stirpe illustre.

L'antenato più famoso e vicino fu Arduino d'Ivrea, che nel 989 era margravio delle marche comitali d'Ivrea, Vercelli, Novara, Ossola, Pombia. Attirando la feudalità laica dalla sua parte contro quella ecclesiastica, divenne diretto avversario dell'imperatore proclamandosi re d'Italia nel 1002 a Pavia.

La lotta contro i vescovi-conti di Novara e Vercelli s'inasprì, provocando l'intervento degli imperatori Ottone III ed Enrico II, e terminò con una sconfitta nel 1014.

Fratello di Arduino era Wiberto, conte di Pombia e signore della Rocca in Valsesia, che continuò l'opposizione all'imperatore fino al 1027, quando Corrado II dava al vescovo novarese Pietro i possedimenti del suddetto feudatario.

Nel 1028 il titolo di conte di Pombia passava al terzo figlio di Wiberto, Guido I, che darà inizio alla stirpe dei Biandrate con Guido II, il quale nel 1070 comperava i castelli in Biandrate ed in Valsesia. Nel 1083 lo stesso Guido donava sedici mansi, tra cui terre presso Rasco, ai monaci di Cluny, mentre Boca rimaneva patrimonio familiare.

Non avendo eredi diretti, nel 1093 gli succedette il nipote Alberto che, coadiuvato da Ardizzone suo cugino, tenne potere in Valsesia, compresa la bassa valle, munita di castelli a scopo difensivo. Per frenare il potere dei Biandrate, alleati con i marchesi del Monferrato, i novaresi, i vercellesi ed i milanesi unirono le loro forze e nel 1167 il castello dei Biandrate venne da loro assediato.
Nel frattempo l'alleanza dei rivali si era consolidata con il matrimonio di Guido il Grande con la figlia del marchese del Monferrato. Le alterne vicende della casata sembravano volgere al peggio nel 1194 quando, con il trattato di Casalino, si ordinava di privare i Biandrate di ogni potere e si divideva tra Novara e Vercelli il territorio a sinistra e a destra del Sesia.
Solo due anni dopo tali disposizioni perdevano di valore però, perchè il 21 Settembre del 1196 l'imperatore Enrico IV con un diploma insigniva i figli di Guido, Uberto e Rainero, dei feudi di Briga, Cureggio, Cavallirio e Briona.

Nel 1202 i Biandrate ritennero necessario sottomettersi a Novara, impegnandosi ad offrirle aiuto militare ed a pagare per le terre di cui era loro consentito il possesso.

Tra i testimoni della convenzione, che concedeva ai Biandrate la feudalità su terreni, mulini ed edifici, c'era anche un " Basgerius" di Boca, a conferma quindi che anche Maggiora era soggetta al dominio comitale. Nel 1209 Ottone IV riconfermava il diploma ai predecessori.

I conti di Biandrate tuttavia, ritenendo gravoso il vassallaggio a Novara, si rivolsero a Vercelli: il 28 Ottobre 1217 Gorzio ed Ottone, figli di Uberto, e Corrado ed Opizzone, figli di Rainero, donarono a Vercelli parte della Valsesia, Grignasco, Boca e " Muzzano", Soriso con tutti gli abitanti e la loro giurisdizione.
In cambio l'autorità vercellese dava loro l'investitura dei feudi suddetti, con la promessa di mai alienarli o infeudarli a persone del Novarese. Nel 1222 - 1223 si ebbe la guerra tra Novara e Vercelli; i territori valsesiani compresa Maggiora rimasero alla seconda sempre infeudati dai Biandrate.

Nel 1248 l'imperatore Federico I confermò il passaggio dell'eredità a Rufino, Guglielmo, Ottone e Gottofredo, figli di Gorzio.nea"> Nel 1257 la guelfa Novara rinunciò a conquistare la Valsesia alla ghibellina Vercelli, a cui i Biandrate resero omaggio per godere continuatamente di diritti feudali; diritti che si suddivisero con la spartizione del territorio agli eredi. Maggiora, inclusa nella zona della Valsesia, toccò al figlio di Rufino. Infatti nel 1257 un "Giacomo di Maggiora" fu tra gli ambasciatori della comunità valsesiana che, a Gozzano, stesero un patto di accordo per la concessione dell'autonomia giuridica, finanziaria ed amministrativa della Valsesia da Novara.

Minazzoli Fulvia

FONTI BIBLIOGRAFICHE:

Cognasso F., Storia di Novara, Novara, 1971.
Dionisotti C., Genealogie, Torino, 1876.
Raggi A., I Conti di Biandrate, Novara, 1993.
Virgili M. G., I possessi dei conti di Biandrate, BSPN, 1962.

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